La primavera è sempre stata grandemente festeggiate in Romagna, terra verde di agricoltura e antiche tradizioni contadine. I festeggiamenti del mese di maggio affondano le loro radici nell’alba dei tempi, addirittura all’epoca dei primi insediamenti etruschi della zona.
La rinascita della natura e l’inizio di un periodo di clima mite ha sempre avuto grande importanza in Romagna per tutti coloro che vivevano del frutto del proprio raccolto. I contadini da sempre hanno festeggiato l’inizio di questo periodo propizio.
Anticamente venivano eseguiti riti pagani per onorare madre natura, poi si è passati alle feste conviviali nelle aie: le note “fest in s'lera”. Dal dopo guerra fino i giorni d’oggi, i contadini nella giornata del 1 maggio, portano in corteo il proprio bestiame e i propri mezzi di lavoro; in varie località della Romagna, durante il 1 maggio è possibile ancora assistere a queste manifestazioni folcloristiche condite di musica, convivialità e buon cibo.
Nelle strofe dei canti tradizionali si esaltata e festeggia la natura: simboli della rinascita primaverile, come i fiori, il grano che inizia a crescere, gli alberi… e le storie d’amore!
La majê (è maggio)
Dop un sonn ch’un fneva mai, (dopo un sonno che non finiva mai)
la campagna la j è ‘d festa (la campagna fa’ festa)
e e’ mi gal, alzend la cresta, (e il gallo alza la cresta)
l’ha cantê: chirichichi! (ha cantato: chirichichi)